Audio Brain Stimulation®

Suoni per conoscersi – suoni per curarsi

A cura del Dr. Giuseppe Sitzia, responsabile scientifico di L.S. Genius srl

introduzione

L’Audio Brain Stimulation® (A.B.S.) è un progetto della L.S. Genius che nasce intorno agli anni 2010 su mio suggerimento, avendo da tempo introdotto la musica nello svolgimento della mia attività professionale (medico di medicina biologica).  La musica si dimostra molto utile in diverse situazioni, anche quando altre tecniche sono inefficaci o controindicate. Per me il salto non è stato difficile essendo stato un musicista professionista per molti anni e conservando la passione per la musica.

Tutto è iniziato con un libro: “Musica è…” del prof. Pasquale Maurizio Ricciardi che per stima mi fu regalato con dedica il 17/05/1997.  La lettura di quel testo è stata una vera folgorazione che ha rifondato il mio concetto di suono e musica e ha rimesso in vita la mia sala di registrazione dando il via ad una serie di letture e piccole sperimentazioni inizialmente senza uno scopo preciso, ma, con il tempo, sempre più rivolte alla ricerca dell’equilibrio psico-fisico dei miei pazienti. Ho accumulato così dati, esperienza e idee che vengono sintetizzate in questo articolo. Circa dieci anni fa, la L.S. Genius fu coinvolta nel progetto sino allo sviluppo attuale: l’Audio Brain Stimulation® o, come spesso amiamo chiamare la tecnica, sonorostimolazione (unica parola!)

Già nel testo del professor Ricciardi, ma anche la stessa esperienza sul campo, mi hanno fatto propendere per l’idea che occorre guardare alle onde sonore con interesse ma anche occhio estremamente rigido perché la musica e qualunque “materiale sonoro” si comporta come un vero e proprio principio attivo.

il potere del suono

A pag. 58 del testo del Ricciardi troviamo scritto: “La musica deve essere considerata una vera e propria sostanza psicoattiva in grado di modificare la coscienza… e un mezzo utile per armonizzare biologicamente l’uomo”. Molti sono gli studi che mostrano come l’ascolto di determinati brani è in grado di liberare neuro-ormoni con conseguente ripercussione sia sulla psiche (evocando stati d’animo ed emozioni) sia sul corpo dove registriamo effetti fisici come: variazioni della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, rilassamento o tensione muscolare, movimenti corporei spontanei, ecc.

Fin dai tempi più antichi, tutti gli esseri viventi si sono confrontati con il suono. Ma possiamo spingerci oltre. Il suono accompagna la creazione sin dalla sua nascita e la accompagnerà sino al suo estinguersi. Ascoltare un temporale, la pioggia, il mare, il traffico, i rumori di una cucina, di un martello pneumatico non è senza conseguenze; inoltre, questo semplice e automatico atto quotidiano riporta il soggetto ad elementi essenziali quanto primitivi: un suono (onde acustiche), specifiche combinazioni di frequenze, dei ritmi, degli andamenti temporali. Questi pochi elementi sono sufficienti ad innescare un processo conoscitivo in cui l’udito diventa un organo sensoriale di vitale importanza dal momento che è stato fondamentale per riconoscere i pericoli e sviluppare le emozioni primarie. Il suono può essere pensato come un esempio di conoscenza essenziale, profonda, spesso autosufficiente.

Nella storia dell’uomo il suono – nelle sue varie espressioni – diventa ben presto parte integrante della vita sociale e culturale. È noto in tutte le culture che specifici suoni, particolari ritmi, hanno un grande potere sull’uomo: lo calmano, lo eccitano, lo sollevano, lo curano. Nascono le danze rituali propiziatorie o le danze con intento curativo (scacciare il “male”). Gli indiani d’America preparavano i rimedi cantando e li somministravano cantando. I guerrieri cantavano prima del combattimento.

Ai nostri tempi, benché siano passati millenni, le cose non sono diverse: si canta la ninna nanna come per scacciare la paura o calmare i nervi. La comprensione di questi fenomeni e l’intento di utilizzarli in modo razionale e proficuo ha dato vita alla musicoterapia che riconosce l’importanza dell’uso della voce, dell’espressione musicale e della motricità musico-indotta come elementi essenziali per aiutare i soggetti colpiti da particolari patologie degenerative.  Metodiche oramai standardizzate e di larga diffusione sono state messe a punto da grandi autori; tra questi ricordiamo il metodo del dottor R. Benenzon, il modello di musicoterapia di Cliff Madsen (Brain Music Therapy) e quello di P. Nordoff e C. Robbins, per citare gli autori più noti.

Che il suono, anche nelle sue forme più “grezze”, e la musica nella sua forma più alta (v. effetto Mozart[1]) abbiano effetto a livello del nostro cervello è cosa nota e documentata da abbondante letteratura. Che elementi sonori di qualunque qualità, forma, ritmica, timbrica e così via, abbiamo un impatto su ciascuno di noi è altresì esperienza quotidiana.

La nostra cultura ci ha portato a mettere sempre di più ordine nel mondo dei suoni così abbiamo cominciato a distinguere i “brutti suoni” chiamandoli “rumori”, dai “bei suoni” chiamandoli “canto, “musica” “melodia” e così via.

Nella musicoterapia si utilizzano composizioni di grandi autori prevalentemente classici. Mozart, Mascagni, Xenakis, Vivaldi, Beethoven, Listz, Haendel, Debussy, la fanno da padroni ma tutti gli autori hanno potenzialità e pari dignità in una visione in cui, in fondo, è il soggetto che ascolta a decidere cosa preferire.

Due domande cruciali

Quando si intende utilizzare del materiale sonoro al di là della finalità artistica, ci si imbatte con alcune domande. Eccone due centrali:

1) Quali sono le componenti di un brano musicale veramente responsabili di un determinato effetto psico-fisico?

2) è possibile “enucleare” del materiale sonoro da un brano senza perdere l’effetto desiderato?

Per rispondere a queste domande bisogna analizzare le varie componenti del materiale sonoro impiegato e a cui viene attribuito un determinato effetto psico-fisico. Come è noto in un brano ritroviamo alcuni elementi chiave come il tema, il ritmo, la timbrica, lo sviluppo, ecc. mentre la “parte più utile” di un brano potrebbe essere “tutto il brano” oppure “parte” come una determinata sequenza di battute.

Se si desidera comprendere l’importanza di ciascun elemento sopracitato nel determinare l’efficienza del brano è sufficiente fare un piccolo esperimento.

Si prenda un qualunque brano e si attribuiscano le parti destinate ad alcuni specifici strumenti a strumenti diversi. In altre parole, possiamo far suonare la parte dei violini alle trombe, la parte del violoncello ai flauti, la parte delle trombe alle viole, la parte del clarinetto al violoncello e così via… se potete fare o semplicemente immaginare una tale operazione, non vi sarà difficile notare che il brano che tanto amavate è ora completamente stravolto e non eserciterà più su di voi la stessa attrazione. Avete appena scoperto l’importanza dei timbri: sbagliare cantante significa maggiore o minore successo per quella canzone!

[1] Per effetto Mozart si intende la proprietà che ha la musica di Mozart e in modo particolare i “concerti per pianoforte” nel rafforzare gli aspetti cognitivi– emotivi dell’ascoltatore.

il suono è energia

Il suono altro non è che energia. Esso si genera quando un corpo (ad esempio una corda) entra in oscillazione. Tale vibrazione si propaga nell’aria o in materiali diversi ma è attraverso la prima che raggiunge il nostro orecchio, stimola il nostro apparato acustico e viene tradotta in segnale elettromagnetico.  Quest’ultimo è ben conosciuto dal nostro cervello.

La frequenza sonora è un valore che indica quante volte al secondo oscilla un’onda sonora, essa permette di distinguere i vari suoni e “mettervi ordine”; si esprime in Hertz (Hz).

Nell’ambito delle frequenze audio identifichiamo quattro zone, tecnicamente dette bande: i bassi (20-200 Hz), i medio-bassi (200-1000 Hz), i medio-alti (1000-5000 Hz) e gli alti (5000-20000 Hz). Questo è l’intero range percepito dal nostro apparato uditivo (20 e i 20000 Hz).

Come si può notare, la frequenza più bassa percepita dall’orecchio umano è 20Hz mentre la più alta è 20.000 Hz. Ciò significa che non vi sono suoni diretti che possono colpire l’attività cerebrale che oscilla al sotto i 20 Hz. Ciò pone la domanda: come stimolare, ad esempio, le 10 Hz per aver un buon stato di rilassamento vigile oppure le frequenze più basse per avere l’induzione del sonno?

Vi sono diversi artifizi tecnici che permettono di generare onde delta, theta, alga e gamma; la L.S. Genius ha avviato da anni un suo progetto e ha sviluppato sue ricerche in tal senso, oggi utilizzate nella creazione dei brani di A.B.S.®

Quali sono le frequenze veramente responsabili di un determinato effetto?

Questa domanda è in realtà una riformulazione delle precedenti delle quali rappresenta l’essenza.

Constatato che il materiale sonoro traslato in musicoterapia (il brano musicale) è un materiale fisicamente complesso (dal punto di vista dell’analisi del suono), ci siamo chiesti se non fosse più opportuno realizzare del materiale sonoro puro, cioè completamente controllato.

Alla base del nostro progetto abbiamo scelto un principio cardine:

la limitazione della libertà artistica in cambio di una componente costruttiva tecnico – ingegneristica ben precisa.  In questo modo avremmo avuto il controllo completo del materiale sonoro e un rapporto lineare tra brano ed effetto. In altre parole: è possibile costruire brani progettati a tavolino in grado produrre effetti psico-fisici controllabili e predeterminati alla cui base stanno stati neuroendocrini precisi.

Con questo obiettivo preciso abbiamo iniziato una serie di sperimentazioni e per poter aver il controllo assoluto sulla frequenza sonora abbiamo scelto di lavorare con un generatore digitale di frequenze che permette di avere a disposizione migliaia di frequenze e di poter scegliere esattamente quale frequenza riprodurre, quale mix effettuare e di escludere l’influenza del timbro in quanto il suono delle frequenze pure non ha timbro, motivo per cui viene abitualmente scartato in musica. Nell’Audio Brain Stimulation® oggi si utilizzano circa 4000 frequenze-note.

Suoni e A.B.S. ® – Il viaggio interiore

Nel corso del tempo la nostra tavolozza sonora si è allargata. Oggi in A.B.S. ® dobbiamo aspettarci del  materiale sonoro composto da: suoni puri, combinazioni più o meno armoniche di frequenze anche al di fuori della scala musicale, rumori elettronici,  ambienti vari, cenni di temi musicali. Il materiale è spesso “inquinato o sporco”, vale a dire che non si ricerca la purezza digitale ma, per analogia con il mondo reale, si tralasciano le impurità presenti. Tutti questi elementi trovano il loro senso nel progetto del brano e rivivono, in una stessa unità, una nuova vita, lo scopo: sollecitare il cervello verso la creazione di stati psico-neuro-endocrini il più possibile determinati.

Il cervello viene visto come principale strumento di mediazione tra la fonte di energia e la risposta attesa, ciò che semplicemente facciamo è quello di dargli degli input adeguati. Ogni unità audio ha quindi ha un ruolo e un ambito di utilizzo preciso e nessuna finalità artistica.

L’Audio Brain Stimulation® vuole essere una tecnica di sostegno alle molte vicissitudini esistenziali e non ha la pretesa di essere terapia, ma sollievo come una boccata d’aria fresca dopo essere stati per ore al chiuso. Una tecnica di benessere che può aiutarci a non pensare, a rilassarci, a stimolarci, a darci quella distrazione necessaria al nostro spirito.

L’A.B.S.® vuole farci ritornare per un attimo dentro di noi, attingere alle nostre fonti più profonde, aiutarci a vincere il malessere che coviamo dentro, collaborando con noi a consapevolizzare e imparare a neutralizzare ciò che sentiamo negativo, ostacolante la nostra vita. Qualcuno l’ha definita “una forma occidentale di meditazione” che noi chiamiamo “viaggio”.

Per valorizzare al meglio le potenzialità della tecnica, con gli anni sono state messe a punto delle speciali tecniche di somministrazione che permettono l’utilizzo sempre più personalizzato delle unità audio.

Peculiarità dell’A.B.S.®

L’ Audio Brain Stimulation® ha un suo corpo di regole e alcuni punti chiave.

  • I suoni non sono altro che una forma e una fonte di energia naturale. L’essere vivente in molte situazioni necessita di energia per sollecitare l’efficienza delle proprie funzioni.
  • In A.B.S.® si utilizzano come fonte di energia, le frequenze presenti nel range dell’udibile. Ad oggi l’A.B.S.® utilizza circa 4000 frequenze-note (in musica se ne utilizzano circa 100) selezionate su un numero teoricamente infinito di frequenze possibili. Esse si sono dimostrate particolarmente efficienti per i nostri scopi.
  • L’intervallo tra le differenti note scelte non risponde al concetto di armonia tipico della musica, ma a pure esigenze progettuali.
  • Nella fase progettuale delle unità audio gli studi relativi alla musicoterapia, le conoscenze sia scientifiche sia quelle empiriche sull’uso dei suoni, sono normalmente utilizzate per creare il materiale sonoro che è esclusivamente elettronico.
  • L’ascolto avviene tramite cuffie in relax o seguendo precise tecniche: queste ultime devono essere condotte da un operatore esperto (a tal fine esistono specifici corsi di apprendimento).
  • Ad oggi sono disponibili 350 unità audio, sufficienti a soddisfare le situazioni più comuni. Dalla loro combinazione si ottengono migliaia di playlist personalizzate in grado di coprire il fabbisogno sonoro della persona.
  • Le unità audio A.B.S.® combinate in modo opportuno, possono promuovere l’energia rilassante ma anche quella eccitante, risonante, cognitiva, rafforzativa, vegetativa (riequilibrio vago/ simpatico) propria della persona. Inoltre, possono verificarsi aspetti risonanti corporei per l’impatto di specifiche frequenze.
  • Nessun effetto negativo è previsto o prevedibile se non quello del “tutto normale” in alcune situazioni, di “sgradevolezza” o di “irritabilità / fastidio” di alcune unità sonore. Ciò avviene ogni qualvolta che ascoltiamo un qualcosa che non ci è gradito. È sufficiente cambiare l’unità audio scelta.
  • Come per tutti gli ascolti in cuffia è importante seguire le avvertenze generiche raccomandate in tal senso.

Il “fabbisogno sonoro” di una persona – L’Audiotest

Il fabbisogno sonoro è definito come la necessità che ha la persona di ricevere dell’energia in specifici ambiti frequenziali, al fine di ritrovare l’equilibrio psico-fisico desiderato. A tutti è noto che ciascun soggetto recepisce meglio alcuni brani rispetto ad altri. Noi stessi ne facciamo esperienza quando “ci stufiamo” di ascoltare un determinato brano o quando lo amiamo alla follia e non ci stancheremmo mai di risentirlo. Ogni persona ha un suo fabbisogno sonoro.

Certamente ciò dipende dalla nostra storia personale, da quello che abbiamo dentro e dalla nostra cultura. I musicisti sanno bene questa cosa e se ne avessero la chiave sarebbero in grado di scrivere sempre delle opere di successo.

In A.B.S.® l’obiettivo primario è quello di individuare quali delle 350 unità a nostra disposizione sono quelle che devono comporre la playlist più consona per il soggetto. Personalizzare significa “creare qualcosa per quel soggetto”, la più vicina possibile alle sue esigenze. Il nostro motto è: non ciò che piace ma ciò che serve!

Dopo qualche anno di tentativi abbiamo realizzato l’Audiotest, un materiale sonoro dall’apparenza ingenua in grado di inviare una serie predefinita di input. Mentre l’ascolto dell’Audiotest va avanti abbiamo sincronizzato il Genius Check per l’analisi dei sistemi bioenergetici del soggetto che variano in funzione della sollecitazione dovuta alle frequenze ascoltate.

Con un potente sistema informatico (Smart Informatic System) appositamente messo a punto, abbiamo analizzato i dati e trasformato il Genius Check in una vera e propria “thinking machine” in grado di abbinare le unità audio con i dati del test creando un sistema integrato ed omogeneo per definire l’intero bisogno frequenziale-sonoro del soggetto. All’operatore il compito di procedere passo a passo, utilizzando anche un colloquio esplorativo – conoscitivo in modo da selezionare la playlist definitiva, un vero e proprio album estremamente personale che permette di effettuare facilmente sedute più o meno lunghe (dai 7 ai 20 m’).

    La seduta di A.B.S.®

    La seduta di Audio Brain Stimulation® necessita di un setting estremamente povero: un ambiente tranquillo, una comoda poltrona, una cuffia. Essa si articola i tre momenti ben precisi:

    1. IMMERSIONE – distacco dal mondo sensoriale
    2. SONOROSTIMOLAZIONE vera e propria (con uso o meno di tecniche specifiche)
    3. EMERSIONE – ritorno al mondo reale

    Tutto questo è molto simile ad un processo di meditazione sonoro-guidata.

    In genere si consigliano sedute settimanali o bisettimanali per un totale minimo raccomandato di 21 sedute.

      A.B.S.® quando?

      L’Audio Brain Stimulation® deve essere considerato un supporto ogni qual volta che una situazione della vita innesca un qualunque meccanismo stressogeno o che questo si ripercuota sulle funzioni dell’organismo.

      Hanno segnalato beneficio soggetti con stati d’animo particolari, soggetti stressati con funzioni alterate, soggetti impegnati in prestazioni particolari (come sport e studio) o semplicemente individui che sentivano il bisogno di “staccare”, di interrompere alcuni circoli viziosi (mangiare, fumare, bere), nei percorsi di psicoterapia, nei traumi emotivi e nella trasformazione di stati d’animo negativi (come, ad esempio, della rabbia repressa).

      Esso è spesso utilizzato in supporto a personal trainer o processi di coaching, a percorsi di crescita personale e nel mondo del benessere e del naturale.

      La tecnica non va intesa come una tecnica terapeutica, ma come semplice supporto di benessere, un momento di stacco dal nostro quotidiano che si realizza in uno speciale viaggio sonoro: una doccia sonora che ci aiuta a conoscerci meglio e ci rilassa, ci consapevolizza e ci mette nelle condizioni di prenderci cura di noi.

      bibliografia essenziaLE

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      Testi e collane

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      Bence L., Mèreaux M., Musicoterapia: ritmi armonie e salute, Xenia, Milano 1990

      Ricciardi P.M., Musica è…, SOM.ECO Editore, 1996